di Arianna Luci
PTU, 3 aprile 2014
-La mia valigia è pesante. Un corpo morto non pesa più di uno vivo. Ti ho ucciso e nel tuo sangue ho trovato la vena che mi trattiene. La mia palla è legata ad un filo di lana rossa. Sono qui, che ti sto ancora aspettando, crocifissa al muro, ma come ricordarlo ora? Dagli inferi si vede una luna d’argento spento, diafana come i miei capelli, come la mia ombra sfinita, in cui vorrei affogare la mia follia d’amore, il peccato di non aver avuto il coraggio di uccidermi prima, mentre ti sto a guardare nel mio rimpianto. Ho perso la testa, rotolata sulla piazza di Micene. Ho perso la voce nel gridarti di gioia quando sei tornato dalla guerra della vita. Come io provo ad avere il tuo amore, tu te ne sei andato. E’ sempre lo stesso fottuto giorno , perciò quando vuoi tenerti qualcuno, devi tenerlo come se fosse per l’ultimo minuto della tua vita , devi stringertelo. Perché un giorno un peso graverà sulle tue spalle ( non puoi sottovalutare le conseguenze dell’amore). Mi tengo stretta tra le unghie la tua vena ossidata, del mio cuore resta soltanto un alone rosso e blu sul petto, che non va via mai del tutto. La macchia nera del mio amante Egisto è scivolata al primo colpo di straccio, non aderiva alla mia pelle, l’ha solo colorata un po’ di quell’ingenua goffa giovinezza che gli impacciava le mani come quando mi ha aiutato a colpirti il cuore per l’ultima volta.
Delle tue ne sentivo la mancanza, perché non sei venuto prima a strozzarmi il respiro con le tue mani fredde? Non ti bastava il tuo. L’harem delle donne turche te lo ha prosciugato a furia di orgasmi? Ansimi ancora? Ho perso il fiato, ma posso urlarti tutto il mio rancore appassito, ancora, tutto il mio dolce meraviglioso amore. Qui in paradiso ho trovato un attore che mi dà la voce che non ebbi dopo la morte. Ho fatto dono a Paolo Cutuli della mia anima, l’ha indossata e l’ha portata in giro attraverso le parole di Marguerite Yourcenar, per poter toccare il tuo spirito ardente a casaccio in chissà quanti e quali corpi. E con cui condividere la mia insonnia. E lasciarmi essere. Perché solo in un corpo di un uomo ho potuto avere la forza di sostituirmi alla donna che ti ama/va. Agamennone mio, attendo ancora di tagliare il filo di luna che mi tiene legata la tua pelle al mio corpo invisibile, questa palla al piede. Che possa esplodere come una mina vagante, quando meno me lo aspetto. La guerra non è mai finita.
Fonti in-fondate.
http://www.youtube.com/watch?v=lKoZfguviW8
http://www.youtube.com/watch?v=r5If816MhoU