di Arianna Luci
17 aprile 2013, Piccolo Teatro Unical , Arcavacata di Rende
Di che colore ha gli occhi? LUI, di -che -colore -ha -gli o-cchi? E la pelle, di che profuma la pelle? I capelli, come sono i capelli, lisci, ricci, rossi, neri, biondi?! Quanti anni ha? E che altro ha più di me? Da quanto tempo? E’ più alto, più magro, più bello, più intelligente, più simpatico, più stronzo di me?! No, no, non voglio sapere. Zitta. Zitta devi stare. Guarda che vi ho visti, con questi occhi, con questi occhi che vedevano solo te. Prima. Inutile che vi nascondevate, la carne brillava sotto la luna, la carne tua, la sua carne...il sangue sublima sopra la pelle, ti brucerei con un pugno, uno schiaffo, una carezza. Avvicinati. Ho trovato questo. Vi scambiate i messaggi sui biglietti dello spettacolo? La farsa confermerà ciò che sospetto. Giovanni Carpanzano, capocomico della compagnia dell’ Officina Teatrale di Soverato, ha adattato l’Otello di Shakespeare, messo in scena dagli attori Maddalena Ascione, Francesco Prudente, Andrea Ranieri, Emanuele De Marco, Giorgia Marras, Licia Canapeti, Danilo Commarà. Il ‘riminizzo’ barocco bourgeois-bohemien dei costumi di velluto stracciato, il coacervo di musiche dal settecento ad oggi, il coro che mostra e nasconde tra coreografie feline e miagolii in calore l’intrigo di Iago per godere dell’agonia del Moro, le marionette ad amoreggiar, ti avveleneranno di un intruglio scenico che confermerà o no la mia gelosia. Accomodati pure amore mio, inizia lo spettacolo.