Piccolo Teatro Unical 5-15 dicembre 2012
di Arianna Luci
Leggi lungamente la laconica lettera delle lettere con la lingua, la mascella, la laringe e le tonsille, ad alta voce, centra la luce nella cella orale, un cenno di bacio ciondolante, un ceffone di ceppo sulle guance. Stancati senza destabilizzarti di questa strana storia di esercizi stesi e stropiccianti, mastica a stento strofe e stornelli, ché, se adesso starnazzi, strada spianando, sarai in possesso di sicurezza per sparlare e straparlare anche in silenzio a denti stretti.
Non è una bazzecola, ma un’affezionata pazza e minuziosa esercitazione della dizione, che con sforzo e dedizione, senza azzardo di pigrizia,
farà azzeccare con zelo ogni conve
rsazione. Articolando con forza le parole, rosicchiandole come radici acerbe di rabarbaro, romperai il ritornello “Non ho compreso, ripeti per favore” , e amerai il rumore vibrante e ruggente del risveglio a partire dalle labbra al cervello, riscoprendo di respirare anche in parti remote del proprio corpo; il vero miracolo. Se hai fretta, ti fotti. Non affondare in freschi e facili frangenti di fallimenti, non fiondarti fino alla fine con facile fare, fingendo di filare. L’intento deve essere costante e persistente, entrare nel mondo della mente, anche quando non hai niente da condurre. Dose a dose musicherai ogni inciso, ogni
preposizione e frase, e la fusione di prosa e poesia sarà la tua filosofia. Esegui l’esercizio dall'inizio, ascoltandoti in silenzio.E… grazie per l’amicizia egizia.
Con A-more = più A.
Amore è, dopotutto, una buona pronuncia in forme confezionate dei sentimenti, senza punteggiatura. Fin quando non vai in apnea.